Graziano: Oliverio sospenda la norma altrimenti la Sanità rischia il black-out
COSENZA – Mercoledì, 3 Febbraio 2016 – La burocrazia di Renzi affossa la sanità. Altro che riforme e semplificazioni. Le nuove regole imposte dal Governo centrale che dettano “le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale” – tra tagli, restrizioni e decurtazione di diritti – genereranno un caos infinto. Sia tra gli utenti che tra i medici di base, costretti a lavorare con ricettari, prontuari e codici che sono contraddittori rispetto a quanto stabilito dal normativa. Non solo. Per le complessità insite al nuovo decreto ogni studio medico rischia di rallentare in modo paradossale le attività di assistenza. E in Calabria, come immaginabile, la situazione potrebbe assumere risvolti peggiori a causa di un sistema già di per sé in affanno e che rischia il definitivo black-out.
A lanciare l’allarme è il Segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano che, condividendo le giuste preoccupazioni poste negli ultimi giorni dalle associazioni nazionali dei medici e dei consumatori per l’ennesimo atto capestro del Governo Renzi, ha presentato un’interrogazione consiliare per chiedere e suggerire al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio di sospendere il decreto ministeriale del 9 dicembre 2015 in attesa di verifiche e disposizioni chiare ed applicabili.
Clamoroso al Cibali! Verrebbe da dire – sottolinea sarcasticamente Graziano – perché le “bugie riformiste” di Renzi si racchiudono tutte nel decreto ministeriale “Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell’ambito del SSN” varato nel dicembre scorso. Perché questa legge è l’esempio lampante della confusione gestionale che l’ex sindaco di Firenze ha posto come metodo di governo della nazione. È inutile dire che a pagarne le peggiori conseguenze saranno le regioni del Meridione e principalmente la Calabria e i calabresi che stanno già saldando il caro scotto delle scelte nefaste di quarant’anni di regionalismo che ha affossato il comparto della Sanità. Oggi, a giusto coronamento di questa condizione di estrema precarietà, giungono anche le direttive del Governo. Infatti, alcune disposizioni contenute nel decreto sulle prescrizioni mediche sono, oggettivamente, non applicabili da un punto di vista tecnico. Basti pensare semplicemente che la modulistica ad oggi a disposizione dei medici per le prescrizioni non consente per come è fatta di seguire le norme dettate dal Decreto.
Ma questo, per quanto assurdo – continua il Consigliere regionale – non è l’aspetto più preoccupante. Con questo decreto viene meno un ruolo fondamentale del medico: la possibilità di fare prevenzione! Che sarà tutta a carico del paziente. Anzi, considerato che ormai è scaricata sui medici tutta la responsabilità degli esami prescritti con conseguenze pecuniarie di non poco conto, si potrebbe incrinare quel rapporto di fiducia che lega il paziente al proprio medico. Siamo all’antitesi di un sistema sanitario nazionale equo per tutti i cittadini. E a voler pensar male anche in questo caso la spinta verso il privato per le coperture e le assicurazioni sanitarie pare proprio dietro l’angolo.
Renzi ed il suo ministro – prosegue – dovranno spiegare perché come al solito il contenimento della spesa sanitaria si trasforma sempre in un danno per il cittadino. Ma aggiungo anche che la farraginosità imposta dal Decreto per le prescrizioni avrà un notevole impatto sul lavoro quotidiano dei medici, che impegnati nella ricerca di codici e sottocodici per fare una prescrizione a fine visita medica saranno costretti a sottrarre tempo prezioso per visite e diagnosi.
Anche in questo caso, onde evitare lo sconquasso totale della Sanità in Calabria, la cui ripresa passa attraverso un sistema di gestione semplice e sintetico, abbiamo una soluzione. A darcela è ancora una volta la Regione Toscana che ha sospeso l’applicazione del decreto in attesa di verifiche e disposizioni più chiare e semplificative. La Calabria deve fare lo stesso. Ancora una volta, dunque – conclude Graziano – mi appello al presidente della Regione Calabria affinché, nella prossima conferenza Stato-Regioni, si faccia portavoce di soluzioni migliorative, dimostrando il coraggio di cambiare un sistema, quello della Sanità, oggi ancora più anacronistico, farraginoso ed iniquo.